Verso la Società Globale del Controllo Totale - Il Panopticon che verrà
oggi
sono stato alla lezione in piazza con una ricercatrice rappresentante dell’/Italian Climate Network/ organizzata per questo Fridays for Futureil primo impatto è stato buono: ci tengo a sottolinearlo, ho trovato bello occupare la città con una lezione così, informale e allo stesso tempo, a suo modo, situazionista
la riflessione… spaventosa: la lezione è partita dagli inizi delle COP nel 1992; mano a mano che si dipanava nella storia, con gli insuccessi, le ratifiche, i protocolli e più io sprofondavo in una cosapevolezza cupa: il loro successo, l’influenza di queste diffuse richieste ai governi di dichiarare l’emergenza ambientale, il bisogno di appoggiarsi agli incontrovertibili dati della scienza (ai quali, molto probabilmente, si affideranno le eventuali assemblee popolari) dovranno fare utilizzo di un controllo spietato che in un’ingenua prospettiva saranno principalmente rivolti alle grandi aziende (che comunque troveranno il modo di reinventarsi in maniera indolore (vedi il passaggio dall’artigianato alla legislazione industriale insopportabile per la condizione economico/produttiva precedente)), ma nella pratica estenderanno il controllo su tutte le nostre esistenze, in una maniera consensuale, per farle rientrare all’interno di parametri stabiliti dalla scienza e legiferati dai governi… Libertà = 0
mi chiedo quanto possa essere auspicabile un futuro del genere, forse è meglio la combustione
Nel suo saggio Sorvegliare e punire, Michel Foucault prenderà il panopticon come modello e figura del potere nella società contemporanea. L’architettura del panopticon sarebbe la figura di un potere che non si cala più sulla società dall’alto, ma la pervade da dentro e si costruisce in una serie di relazioni di potere multiple.
(certo, lo so, ci siamo praticamente già, o, almeno, siam sulla buona strada, ma quello che si presenta è una delega totale che stiamo dando a questo superamento dell’umano)
puntualizzo: con questo non voglio dire che il nostro agire in questo momento sia inutile, tutt’altro, bensì che tra gli aspetti da tenere in considerazione c’è anche questo, che, a mio parere, fa pesare tantissimo l’ago verso un’insurrezione profondamente anarcolibertaria
siamo noi che dobbiamo reinventarci (soggettivamente, socialmente e nel nostro rapporto con l’ambiente), autonomamente e orizzontalmente
Il Pianeta è Morto! Lunga Vita al Pianeta